C oniato da Richard Lassels nel suo viaggio del 1670 in Italia, il termine " Grand Tour " è venuto a riferirsi ai viaggi di una elite nord europea, in maggioranza brittanica, in Francia, in Svizzera, e nel Sud dell'Europa ed aveva apparentemente un carattere educativo. L'obiettivo primario del Grand Tour era il viaggio in Italia, dove giovani artisti, aristocratici e uomini di stato, vennero a toccare con mano i resti della cultura classica. Le origini del Tour si possono trovare nel XVI secolo, ma toccò il suo apice nei secoli tardo XVII e XVIII.

Che cos'era il Grand Tour ?

Grand Tour - Letteratura

Ma i circa 100 mila inglesi e le molte migliaia di tedeschi, scandinavi e russi, che nel Settecento calarono sull'Italia erano attratti, più che dal sole inteso come invito alla spiaggia, dal sole dell'arte e della cultura, inteso come luce e come vita. Ci fu un momento, nel XVIII secolo, in cui la cultura di un nobile, di uno scrittore o semplicemente di una signorina di buona famiglia non poteva essere completa senza un viaggio culturale europeo, con l'Italia meta essenziale. « Un uomo che non sia stato in Italia - scriveva Samuel Johnson - sarà sempre cosciente della propria inferiorità, per non avere visto quello che un uomo dovrebbe vedere ».

Perché l'Italia?

Grand Tour in Italia

Manuali per sopravvivere al Grand Tour

Grand Tour - Turismo

Comunque, se l'Italia offriva le strade migliori (le peggiori la Russia, la Polonia e la Prussia) però la Penisola già da allora era afflitta secondo i viaggiatori del Grand Tour da un truffaldino sistema di tangenti come riporta ancora Mariana Starke . « Le classi lavoratrici italiane sono sempre in combutta fra loro per defraudare i viaggiatori, per cui l'insegnante d'italiano che vi procura una camera d'affitto riceve dal padrone di casa una certa somma che vi viene addebitata insieme alla pigione; il valet de chambre che corre a noleggiare un calesse per vostro conto, riceve dal proprietario un salario mensile che verrà caricato sulle spese di noleggio.. .».

Arte del Grand Tour

grand tour viaggio in italia

Un itinerario artistico che partiva dal «sogno dell'Italia» e che, attraverso paesaggi, feste, folklore e riscoperta dell'antico, si concludeva spesso con la moda di scopiazzare l'Italia nell'Inghilterra. E così, fra Canaletto , Pompeo Batoni , Bellotto , Piranesi , Claude Lorrain , Zoffany , Fragonard , Joshua Reynolds e Angelica Kauffmann si annidavano nomi relativamente sconosciuti; ma tutti con qualcosa da dire - compresi i cartografi, che con quel turismo d'elite avviarono un redditizio business, un'esplosione commerciale, fatta di tesori ritrovati e di falsi confezionati su misura. Molti artisti - non ultimo lo stesso Canaletto - dovettero la loro fortuna in terra inglese proprio alla riscoperta dell'Italia da parte di principi, mercanti e scrittori. L'Italia dell'arte e dell'architettura ma anche delle feste e del buon vivere era una sorta di grande palcoscenico per i playboy d'allora, per i giovani bene (con tutore), per gli aspiranti alla politica che facevano il Grand Tour come oggi si andrebbe in America per prendere il «master» e che al ritorno ne erano premiati diventando deputati quasi a colpo sicuro.

di Massimo Serra per Informagiovani-Italia

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between Liguria & Tuscany

Viaggio in Italia lungo l’itinerario storico del Grand Tour

Lo sapevi che il Golfo dei Poeti fu una delle mete in cui i giovani dell’aristocrazia europea si fermavano durante il loro Grand Tour in Italia? Il Bel Paese era una delle tappe obbligate di questo lungo viaggio che gli aristocratici intraprendevano in giro per l’Europa per ampliare le loro conoscenze in fatto di cultura, arte e politica. Il viaggio poteva durare mesi o addirittura anni e il soggiorno in Italia solitamente era particolarmente lungo perché il Paese era considerato la culla della civiltà occidentale, patria di tutto ciò che era considerato importante dal punto di vista storico, religioso, estetico e politico.

Breve storia del Grand Tour in Italia

La gente viaggia in Italia da secoli. Nel Medioevo, ad esempio, molti studiosi, mercanti, pellegrini e avventurieri furono protagonisti di un periodo di grande peregrinazione. Ma fu solo verso la fine del XVI secolo che il viaggio acquisì un valore proprio nella storia della mentalità collettiva europea e divenne una moda fino all’inizio del XIX secolo:

“Indipendentemente dalla risposta di questo o quel bisogno, il viaggio assunse il carattere di un fine intrinseco, in nome di una curiosità che si faceva sempre più ardita, nel nome della conoscenza e della comprensione da un lato e del piacere dell’evasione, del puro svago dall’altro. Questa nuova idea iniziò a prendere piede in Europa e si concretizzò nella moda del viaggio in Italia. […] Fu Richard Lassels, nel suo “An Italian Voyage”, a usare per la prima volta l’espressione Grand Tour, un neologismo che da quel momento (anno 1670) sarebbe stato adottato universalmente..” (Grand Tour project della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze)

Nonostante qualche saltuario alto e basso, l’idea del Grand Tour rimase solida per tutto il XVII e il XVIII secolo, diventando particolarmente indiscutibile in quest’ultimo. Questa “età dell’oro” dei viaggi ebbe termine alla vigilia del XIX secolo con le guerre napoleoniche. Tuttavia, negli anni a venire molti artisti e aristocratici europei continuarono a visitare l’Italia o a sceglierla come dimora temporanea, tra cui due dei più famosi poeti romantici inglesi: Lord George Gordon Byron e Percy Bysshe Shelley. La loro ammirazione per il Golfo di La Spezia e per le perle locali come Portovenere e Lerici , portò la zona a ereditare il soprannome di Golfo dei Poeti. Fu Byron a riassumere al meglio il fascino dell’Italia per il Grand Tourist:

“Fair Italy! Thou art the garden of the world, the home of all art yields, and nature can decree.” [“Bellissima Italia! Tu sei il giardino del mondo, la casa di tutto ciò che l’arte produce e la natura può decretare.”]

L’itinerario storico

Molti inglesi si recavano in Italia via mare, raggiungendo Genova a bordo di una feluca (tradizionale imbarcazione a vela in legno) da Marsiglia o Nizza. Altri viaggiatori, soprattutto francesi, giungevano in Italia attraversando le Alpi (passo del Moncenisio) per iniziare il viaggio da Milano o Torino, mentre altri, tra cui i tedeschi, attraversavano il Brennero per raggiungere Verona o Venezia.

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Le tappe principali del Grand Tour in Italia consistevano nelle principali città d’arte, come Firenze, Venezia, Roma e Napoli. Tuttavia, gli itinerari che collegavano queste destinazioni e la scelta delle città più piccole erano piuttosto flessibili.

Il Moderno “Grand Tour” d’Italia

Come una volta, per godere al massimo di un’esperienza Grand Tour in Italia è importante dare valore al tempo e alla flessibilità. Lo Slow Travel è il modo migliore per assaporare e comprendere la storia, la cucina, la cultura e lo stile di vita di un territorio. La durata del soggiorno consigliata dipende da quanta Italia si desidera esplorare durante il viaggio on the road. Ad esempio, se si vuole visitare l’area che comprende la Riviera italiana tra la Liguria e la Toscana, Firenze, Roma e Venezia, è bene dedicare almeno 10 giorni.

Se desideri iniziare il tuo Grand Tour dal nord Italia, come facevano molti viaggiatori nel XVII e XVIII secolo, puoi atterrare negli aeroporti di Milano, Torino o Genova. Anche l’aeroporto di Pisa è una buona alternativa, soprattutto se desideri concentrarti sulle zone della Riviera italiana e dell’Italia centrale. Da qui potrai iniziare il tuo viaggio in auto con un’auto a noleggio dal punto di arrivo.

Se vuoi evitare del tutto l’aereo, puoi raggiungere l’Italia direttamente con la tua auto o con un’auto noleggiata in un altro paese che fa parte del tuo Grand Tour europeo. Tutte le principali città d’arte possono essere raggiunte facilmente in auto, anche se dovrai informarti sulle regole locali per parcheggiare nel centro storico, se consentito. Per visitare altre destinazioni potrebbe essere necessario cambiare mezzo di trasporto. Ad esempio, una volta raggiunto il Golfo dei Poeti potrai parcheggiare in tutta tranquillità la tua auto a Portovenere e poi noleggiare una barca privata o utilizzare il famoso traghetto per esplorare la baia locale e le vicine Cinque Terre .

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Tra le tappe consigliate durante un moderno Grand Tour d’Italia che rende omaggio allo storico movimento, ci sono Milano, Venezia e Padova al nord; Genova, Portovenere e Lerici sulla Riviera Italiana; il centro Italia con Firenze, Pisa, Lucca, Roma e Bologna; Napoli, la Costiera Amalfitana e Siracusa al sud. Non lasciarti sfuggire l’occasione di visitare le meraviglie nascoste dell’Italia, che spesso si trovano proprio dietro l’angolo delle città più famose!

FONTI Grand Tour project by Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze Clark Library at UCLA Immagine cover: dipinto di Gaspar van Wittel durante il suo Grand Tour a Napoli

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Tra Seicento e Ottocento si afferma tra gli aristocratici la moda del Grand Tour. Riscopriamo le tappe più celebri.

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In un moderno Grand Tour, alla ricerca dei luoghi che incantavano i viaggiatori nel passato, Alessandro Sperduti ci porta a Venezia.

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In un moderno Grand Tour, alla ricerca dei luoghi che incantavano i viaggiatori nel passato, Alessandro Sperduti ci porta a Firenze.

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In un moderno Grand Tour, alla ricerca dei luoghi che incantavano i viaggiatori nel passato, Alessandro Sperduti ci porta a Roma.

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In un moderno Grand Tour, alla ricerca dei luoghi che incantavano i viaggiatori nel passato, Alessandro Sperduti ci porta a Napoli.

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In un moderno Grand Tour, alla ricerca dei luoghi che incantavano i viaggiatori nel passato, Alessandro Sperduti ci porta in Sicilia.

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In un moderno Grand Tour, alla ricerca dei luoghi che incantavano i viaggiatori nel passato, Alessandro Sperduti ci porta a Genova.

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La tradizione del Grand Tour

La tradizione del Grand Tour

All'illustrazione della consuetudine del Grand Tour e delle motivazioni che lo hanno reso per secoli un affascinante fenomeno culturale, è dedicato questo spazio narrativo. Nel cercare di ripercorrere i luoghi, i tempi e le motivazioni dei protagonisti del Grand Tour , fanno da guida le testimonianze dei viaggiatori stranieri che percorrono l'Italia dal XVII al XIX secolo e che, a vario titolo, hanno rappresentato un nuovo ed interessante capitolo della storia letteraria europea.

Come si viaggiava

Come si viaggiava

Un tempo il viaggio era un'esperienza che esigeva una paziente preparazione e grandi abilità organizzative. La buona riuscita di un viaggio di mesi, se non di anni come il Grand Tour , dipendeva dai ritrovati della tecnica, dall'ausilio delle arti minori (carrozzieri, fabbri, sellai) e di quanto atto a rendere meno disagevole lo sconnesso procedere per le strade d'Europa. All'aspetto materiale del viaggio e alle incredibili peripezie del viaggiatore di un tempo, sia per strada che nelle inospitali locande, è dedicato questo capitolo narrativo.

Il Grand Tour e la Toscana

Il Grand Tour e la Toscana

Se il Viaggio in Italia rappresenta l'anello finale dell'impegnativo Grand Tour , all'interno delle tappe previste la Toscana vuole essere non solo una terra di passaggio ma costituire essa stessa un polo non secondario di attrazione. Nel restringere la prospettiva del viaggio attorno ai confini del Granducato, si vuole mettere in evidenza l'attenzione settecentesca a temi, paesaggi ed opere che, con l'evolversi del gusto e l'approssimarsi della sensibilità romantica, porteranno a fare della terra di Toscana un mito ancora vivo ed attuale.

Una regione narrata

Una regione narrata

Nell'ambito del Tour toscano, l'occhio del viaggiatore si posa su una molteplicità di aspetti, opere e consuetudini ed offre, da una prospettiva insolita e curiosa, uno spaccato importante di storia, costume ed avvenimenti locali. Il punto di vista del protagonista straniero, che spesso è chiamato a vivere in prima persona fatti e contesti sociali toscani, fa da controcanto alla voce del luogo e dei suoi protagonisti, nella ricostruzione di un'atmosfera e di un clima artistico e storico di affascinante lettura.

  • La nascita del Grand Tour
  • I luoghi del Grand Tour
  • I tempi del Grand Tour
  • Il dibattito sul Grand Tour: sostenitori e oppositori
  • I protagonisti del Grand Tour
  • Le motivazioni del viaggio sei-settecentesco
  • Le testimonianze dei viaggiatori: guide, relazioni, diari, epistolari
  • Mezzi di trasporto
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  • Gli itinerari tematici
  • Il ruolo della Toscana
  • L'occhio del viaggiatore e l'ambiente
  • Alla corte del Granduca
  • Viaggio attraverso i costumi

EDITORIAL FEATURE

L’arte che fece affluire i protagonisti del Grand Tour in Italia

Molte sono le ragioni che spinsero i viaggiatori ad intraprendere il Grand Tour d’Europa. Queste ragioni sono lentamente cambiate nel corso del 18esimo e 19esimo secolo, influenzando sia le mode dei viaggiatori che la percezione che questi avevano dell’arte.

Che il turismo stesso sia cambiato durante l’epoca del Grand Tour lo si può evincere dai numerosi racconti di viaggio e i diari redatti in quegli anni.

La curiosità che una volta era scatenata dal valore storico-politico di un’opera d’arte, fu gradualmente rimpiazzata: si ci interessava più al pittore piuttosto che al quadro, più all’artista che non al modello.

A prescindere dall’interesse predominante, i giovani affluivano in Italia 300 anni fa per ammirare alcuni tra i più grandi capolavori dell’arte, dell’architettura e della cultura. Proprio come al giorno d’oggi.

Gli schizzi del Grand Tour Un’usanza dei giovani nobili era quella di viaggiare con i loro ritrattisti al seguito, così da poter far fare degli schizzi durante i loro viaggi (il concetto equivale a quello delle fotografie in viaggio odierne). Quando ciò non era possibile, i giovani commissionavano gli schizzi ad artisti locali.

Uno degli artisti più conosciuti a tal proposito, era il veneziano Giovanni Battista Piranesi , i cui dipinti sono stati tramandati dalle famiglie nobili fino ad oggi.

Tra i viaggiatori ce n’erano anche alcuni particolarmente creativi, che si cimentavano nella rappresentazione degli scenari italiani.

Dopotutto, fare esperienza diretta dell’arte era il concetto di base per chi intraprendeva il Grand Tour.

Le città d’arte italiane

Roma: la Capitale del mondo L’itinerario classico del Grand Tour non poteva prescindere da città come Venezia, Firenze, Napoli e, alle volte, anche la Sicilia. E poi c’era Roma . Ciascuna città italiana racchiude un immenso patrimonio artistico, sia questo dell’epoca greco-romana, del Rinascimento o dell’età Barocca. Roma le sintetizza tutte.

Roma era considerata la tappa d’eccellenza del Grand Tour, poiché rappresentava al tempo stesso un accesso privilegiato al patrimonio storico dei secoli precedenti e alle meraviglie dell’epoca Barocca contemporanea.

Patria di Cicerone e terra natale di Cesare, Roma è anche la dimora dei più apprezzati capolavori di Michelangelo . Dopo aver letto le storie delle commissioni papali (una tra tutte - quella della Cappella Sistina), i giovani nobili si rendevano conto che l’unico modo per comprendere la cultura e l’arte italiana era andare a vedere questa città con i loro occhi.

I capolavori barocchi del Bernini lasciarono il loro segno a Roma, il quale realizzò opere d’arte straordinarie in luoghi come Piazza Navona e Piazza di Spagna. I viaggiatori non potevano far altro che essere incuriositi da luoghi come l’Arco di Tito, il Colosseo e Porta del Popolo.

“Potrei mai dimenticare la sensazione che ho provato scendendo adagio dai colli, e attraversando il ponte sul fiume Tevere; addentrandomi per il corso, tra le terrazze e i raffinati cancelli delle ville, che conduce a Porto del Popolo…” – William Beckford, lettera dal Grand Tour, 1780

Venezia - la città fluttuante dell’arte e dell’opulenza Il fascino di Venezia non può essere negato in epoca contemporanea, e i giovani protagonisti del Grand Tours pensavano la stessa cosa.

Ogni Grand Tour non poteva prescindere da Venezia, soprattutto per via delle ricchezze che la città aveva costruito grazie ai suoi scambi commerciali e alla sua flotta. Qualità più che ammirevoli per i viaggiatori britannici del 18esimo secolo.

Forse fu la reputazione di Venezia ad attirare i giovani, ma fu il Rinascimento veneziano che investì l’arte e la cultura a farli tornare.

I giovani nobili visitavano Venezia per ammirare i dipinti realizzati dai grandi Tiziano , Giovanni Bellini e Jacopo Bassano . Naturalmente, ambivano a tornare a casa con un ritratto realizzato dal Giovanni Battista Piranesi .

Un artista molto rinomato per i suoi paesaggi urbani era Canaletto . Aveva una capacità tale di rappresentare scene e paesaggi, che l’osservatore aveva l’impressione di potervisi immergere, e la sua attenzione nel riprodurre i più minuti dettagli gli valse una fama impareggiabile.

Pompei e Napoli | Antichi resti, il sole e la luce Alcuni nobili viaggiatori aprirono la strada a mete meno battute, viaggiando alla volta di Napoli , la città del sole, della cultura, dell'opera buffa e alcuni capolavori del Caravaggio .

Napoli divenne una tappa importante nella fase finale del Grand Tour. Divenne qualcosa come un rifugio invernale per i turisti inglese e i viaggiatori come J.W. Goethe, il quale così ne decantò le lodi:

“Napoli è un Paradiso: tutti vivono in uno stato di leggerezza e di oblio di se stessi, me stesso incluso. Mi sento come se fossi una persona completamente diversa, a fatica riesco a riconoscermi. Ieri mi dicevo: o eri folle prima, o lo sei adesso.” – Goethe

Luoghi come Pompei ed Ercolano aggiungevano la sensazione di viaggiare più a sud dell’Italia, in cerca delle rovine che fanno da collante tra l’epoca moderna e le antiche radici. Quando gli scavi cominciarono (ad Ercolano nel 1738 e a Pompei nel 1748), i turisti ebbero una ragione in più di immergersi in questo misterioso capitolo storico, beneficiando anche del sole della costiera.

Firenze | la nobiltà inglese incontra il Rinascimento italiano I giovani viaggiatori difficilmente rinunciavano a visitare Firenze , la città in cui nacque il Rinascimento : una vera e propria culla per l’arte, grazie anche alla magnificenza del Duomo di Santa Maria del Fiore e la Cupola del Brunelleschi.

L’epoca del Grand Tour coincideva con un’altra grande attrazione: l’iniziativa di Cosimo I de’ Medici di instaurare un solenne controllo degli “uffici” fiorentini, meglio conosciuti come gli “uffizi” . Questi uffici amministrativi ospitavano al primo piano una galleria, in modo che i Medici potessero godere delle acquisizioni artistiche a loro piacimento.

La Galleria degli Uffizi , come noi la conosciamo, fu aperta al pubblico solo nel 1765. Fu privilegio di pochi “Gran Turisti”, per lo più nobili o di alta estrazione sociale, di poter ammirare alcune opere di Leonardo da Vinci e Michelangelo .

Questa la reazione di Thomas Beckford, noto collezionista d’arte, dopo aver visto la collezione degli Uffizi:

“...ho provato un piacevole delirio che solo le anime come le nostre possono comprendere, e incapace di controllare la mia estasi che scorreva di statua in statua, da stanza in stanza come una farfalla frastornata in un universo di fiori…”

La Galleria degli Uffizi è ancora oggi una delle massime espressioni dell’arte di Firenze

Saperne di più l'Europa del Grand Tour .

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Grand Tour. Viaggio in Italia: la docu-serie alla scoperta delle meraviglie del nostro Paese. Con Alessandro Sperduti

grand tour viaggio in italia

14 marzo 2023

Su Sky Arte, sei appuntamenti con le meraviglie d'Italia più inedite e curiose, narrate da Alessandro Sperduti, moderno Virgilio che ci conduce sulle tracce della bellezza

Da martedì 14 marzo arriva in esclusiva su Sky Arte (in streaming solo su NOW), alle 21,15, Grand Tour. Viaggio in Italia, la docu-serie Sky Original in sei episodi con l’attore Alessandro Sperduti, protagonista di film e serie tv di successo (incluso il recente Dante di Pupi Avati), che ci guida, di puntata in puntata, in un’Italia inaspettata e ancora meravigliosa da scoprire.

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«Grand Tour - Viaggio in Italia» Sky Arte e NOW alla scoperta delle meraviglie del nostro Paese

«Grand Tour - Viaggio in Italia» Sky Arte e NOW alla scoperta delle meraviglie del nostro Paese

News inserita da: Simone Rossi (Satred)

Fonte: Digital-News (com.stampa)

La grande arte, l'incanto dei paesaggi, e il patrimonio archeologico dell’Italia, visti con lo sguardo dei viaggiatori del passato, e attraverso le storie di artisti, intellettuali e aristocratici stranieri che a partire dalla fine del Seicento intrapresero un viaggio di iniziazione culturale e sentimentale. Grand Tour. Viaggio in Italia è la nuova serie Sky Original in sei episodi in esclusiva su Sky Arte dal 14 marzo alle 21.15, in streaming solo su NOW e disponibile anche on demand.

La docu-serie attraversa la Penisola da Nord a Sud tra monumenti, musei e panorami naturali, facendo tappa nei luoghi irrinunciabili di quella grande epopea di conoscenza e scambio artistico. A guidare questo pellegrinaggio, vissuto spesso come una svolta da pittori e scultori, è l’attore Alessandro Sperduti , che, partendo da un fenomeno epocale come il Grand Tour, narrerà le vicende di artisti stranieri come Rubens, Van Dyck o Velazquez, ma anche in tempi più recenti Picasso o Andy Warhol, che hanno scelto l'Italia come luogo d'apprendistato, seguendo le orme di maestri come Michelangelo, Raffaello o Caravaggio, ispirandosi alle vestigia del passato greco-romano.

Attraverso le parole di grandi scrittori, da Goethe a Stendhal, il viaggio di Sperduti in sei grandi tappe mostrerà un'Italia inedita, dal fascino esotico e talvolta un po' minaccioso. Un paese che non ha mai smesso di proiettare un'immagine di sé come luogo rigeneratore, dove immergersi nelle sorgenti della civiltà.

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SINOSSI EPISODI

  • Ep. 1 – VENEZIA (14 marzo alle 21.15) Il primo episodio della serie Grand Tour. Viaggio in Italia, si apre sugli spettacolari panorami alpini del valico del Moncenisio, che per molti viaggiatori dei secoli passati rappresentava la porta d'accesso all'Italia. Zaino in spalla Alessandro Sperduti, guida del viaggio, ci porta poi a Venezia, che un tempo attirava gli stranieri non solo per il precario equilibrio tra terra e acqua, ma anche per la sua fama di città del piacere e della musica, dove i turisti acquistavano per ricordo i quadri del Canaletto e degli altri vedutisti. A Venezia artisti europei come El Greco sono venuti a studiare i maestri del colore della scuola veneta – Bellini, Giorgione, Tiziano, Tintoretto – che vediamo esposti alle Gallerie dell'Accademia, ma anche i mosaici di San Marco, che rapirono per ore Dostoevskij e ispirarono a Gustav Klimt la svolta del periodo d'oro. I canali con le loro foschie, e lo sciabordio che evoca il deperimento di ogni cosa, li ritroviamo nelle parole di Proust e Mann, nei quadri veneziani di William Turner, che proprio qui anticipò l'astrattismo, ma anche nella monumentale installazione di Anselm Kiefer a Palazzo Ducale. A chiusura di episodio, navighiamo sul Brenta come fece Goethe, con finale a Vicenza, nelle sale delle Gallerie d'Italia, tra quadri del Settecento legati al Grand Tour e la spettacolare scultura La caduta degli angeli ribelli di Francesco Bertos, che colpì profondamente l'autore di Moby Dick Herman Melville.
  • Ep. 2 – FIRENZE (14 marzo alle 21.45) La seconda tappa di Grand Tour. Viaggio in Italia si apre tra le cave di marmo delle Alpi Apuane: Alessandro Sperduti, nostra guida nel viaggio, si immerge nell’abbagliante universo di pietra di queste montagne, proprio come facevano i turisti dei secoli passati che inseguivano fin qui il mito di Michelangelo. Sono zone che hanno sempre attratto artisti da tutto il mondo e continuano a farlo ancora oggi, come mostrano le tante opere di scultori internazionali contemporanei che sono entrate a far parte della geografia urbana di Pietrasanta. È un percorso che conduce a Firenze, meta imprescindibile del Grand Tour a partire dall’Ottocento: qui Auguste Rodin cambiò radicalmente la propria visione dell’arte dopo una visita alla Sagrestia Nuova di Michelangelo, Stendhal restò profondamente turbato dalla bellezza di Santa Croce (da cui la famosa sindrome), i pittori preraffaelliti riscoprivano in Botticelli un modello da imitare per dare forma a passioni allora proibite. Una città così amata che soprattutto gli anglo-americani, frequentatori in città del cosmopolita Gabinetto Vieusseux, finivano per stabilirsi nelle ville dei dintorni. Le colline di Fiesole diventarono il luogo del sacro ma anche degli amori e di un incanto magico e senza tempo, mentre il paesaggio toscano ispirò i pittori con la sua armonia lavorata dall’uomo e con la sua luce unica.
  • Ep. 3 – ROMA (21 marzo alle 21.15) Tra i resti di Roma antica, gli affreschi di Raffaello a Villa Farnesina, ed escursioni nella campagna laziale punteggiata di rovine, si svolge la terza tappa di Grand Tour. Viaggio in Italia, in compagnia di Alessandro Sperduti. Per i viaggiatori e i turisti dei secoli passati, la città eterna era la meta più desiderata, il luogo del mito, tra mondo classico, Rinascimento e splendore barocco. Qui Henry James, passeggiando per le strade, si sentì colpito da una febbre di felicità, Diego Velazquez trovò l'amore della pittrice romana Flaminia Triva, e dipinse uno dei quadri più famosi della storia dell'arte, il ritratto di Innocenzo X, mentre Renoir – stanco dell'Impressionismo - recuperò la forza creativa perduta, e iniziò a dipingere bagnanti ispirate alle veneri raffaellesche. Ma non sono loro i soli artisti e intellettuali stranieri a cui Roma cambiò il destino: l'episodio ci fa conoscere anche le vicende di Cy Twombly, grande pittore americano le cui ceneri si trovano nella chiesa di Santa Maria in Vallicella, un dandy che si sentiva talmente a casa da girare a piedi nudi intorno al Colosseo; Johann Joachim Winckelmann, a cui le copie romane di statue greche ispirarono la scrittura della prima storia dell'arte europea; Claude Lorrain, innamorato delle campagne dell'Agro romano e delle cascate di Tivoli, che ha ritratto in quadri pieni di struggimento nostalgico; fino all'artista concettuale Joseph Kosuth, che per quindici anni ha vissuto qui, in fuga dalla modernità newyorchese, nelle atmosfere senza tempo della Dolce Vita.
  • Ep. 4 – NAPOLI (28 marzo alle 21.15) Il brulicare dei vicoli, la luce marina che ne contrasta l'ombra, e l'immensità del Vesuvio, sono gli sfondi della quarta tappa di Grand Tour. Viaggio in Italia. A inizio episodio Alessandro Sperduti, guida di tutta la serie, ci porta proprio in cima al vulcano, presenza magnetica e minacciosa che governa la vita della città, e che ha sempre colpito gli artisti stranieri, tanto da spingere ad esempio Andy Warhol a tornare alla pittura a pennello, per darci una serie di immagini coloratissime della sua energia tellurica e incandescente. Una forza ammaliante di cui fece le spese, nel Settecento, il console inglese Lord Hamilton, che assecondando la propria ossessione scientifica per le eruzioni morì intossicato dai gas velenosi. L'episodio ci mostra poi come Napoli, con i suoi contrasti, abbia sempre stimolato l'arte internazionale. Nel Seicento il maestro iberico Jusepe de Ribera, soprannominato lo Spagnoletto, di cui vediamo i lavori al Museo di Capodimonte, si stabilì in città e subì l'influsso di Caravaggio, il quale dipinse il suo ultimo quadro proprio qui a Napoli, poco prima di morire: è il Martirio di Sant'Orsola, esposto nella nuova sede delle Gallerie d'Italia in via Toledo. E anche Picasso fu segnato profondamente dal ribollire della vita napoletana e dagli affreschi di Pompei, tanto da passare dal Cubismo a opere di ispirazione neoclassica. La tappa si chiude con la Reggia di Caserta e la collezione Terrae Motus lì conservata, nella quale i più importanti artisti internazionali del secondo Novecento, da Joseph Beuys a Robert Rauschenberg, rispondono alle distruzioni del sisma del 1980 con l'energia creativa dell'arte.
  • Ep. 5 – SICILIA (4 aprile alle 21.15) “L'Italia senza la Sicilia non lascia alcuna immagine nell'anima: qui è la chiave di tutto”. Così Goethe rievocò la sua esperienza sull'isola, quinta tappa della serie Grand Tour. Viaggio in Italia. Sulle tracce di Goethe, e di altri viaggiatori del passato, Alessandro Sperduti ci fa percorrere un itinerario poco battuto ai tempi del Grand Tour, che di norma si concludeva a Napoli. A inizio racconto troviamo Palermo, dove il pittore fiammingo Van Dyck giunse nel 1624 e incontrò l'ormai anziana pittrice Sofonisba Anguissola, prima di fissare per sempre – grazie ad alcuni stupendi quadri - l'iconografia della patrona Santa Rosalia, con l'aspetto di una bella fanciulla dai tratti nordici. Passeggiando nelle sale meravigliose di Palazzo Butera, fra le piante rare dei giardini pubblici, e fra edifici arabo-normanni, Sperduti ci racconta di altri grandi maestri conquistati dal fascino degli scenari siciliani, da Paul Klee a Maurits Cornelis Escher, e di giovani artisti che anche oggi, da Parigi o da Londra, si trasferiscono qui in cerca di una vita più autentica. L'episodio ci fa poi attraversare l'interno, all'epoca di Goethe considerato terra barbarica e minacciosa, fino alla Valle dei templi di Agrigento, per poi chiudersi nella Taormina di Oscar Wilde, in cui lo scrittore reduce da una condanna per omosessualità trovò un'oasi di tolleranza e comunione con la natura, e divenne amico del fotografo Wilhelm Von Gloeden, autore di ritratti di gusto neo-ellenico, con giovani siciliani nudi in pose classicheggianti.
  • Ep. 6 – GENOVA (11 aprile alle 21.15) È sotto il sole della Liguria che si conclude il nostro Grand Tour. Viaggio in Italia. Come Maupassant a bordo del suo yacht “Bel-Ami”, anche Alessandro Sperduti ammira Genova dal mare. Ma che si arrivasse via acqua o via terra, da questa città sono sempre passati i viaggiatori stranieri. Fin dal Seicento quando il fiammingo Peter Paul Rubens restò conquistato dalla magnificenza dei palazzi nobiliari. Lui, a sua volta, realizzò qui la prima pala d'altare barocca, che si ammira ancora nella Chiesa del Gesù, mentre il suo migliore allievo Antoon Van Dyck, poco dopo, raffigurando proprio gli aristocratici genovesi, stabilì il modello del ritratto di rappresentanza moderno. Anche il volto più cupo e labirintico dei caruggi, però, aveva il suo fascino per scrittori come Henry James e Mark Twain. Lungo le Riviere, sono invece i colori e la luce del Mediterraneo a incantare i pittori. Monet trascorse a Bordighera tre mesi che segnarono il suo stile; Kandinsky, uno dei tanti russi che passarono da qui, trasfigurò nei suoi studi la natura delle vedute di Rapallo, luogo dell'anima anche di Ezra Pound. Infine, il danese Asger Jorn ha trasformato la sua casa ad Albissola Marina in un'opera totale, in dialogo con la tradizione della ceramica locale: un inno alla libertà e alla spontaneità dell'arte che è il suo autoritratto.

GRAND TOUR. VIAGGIO IN ITALIA è una docu-serie Sky Original realizzata da 3D Produzioni, in esclusiva su Sky Arte dal 14 marzo alle 21.15, in streaming solo su NOW e disponibile anche on demand.

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Partire e girare le principali città e zone d’interesse artistico e culturale europee come parte essenziale dell’educazione giovanile. Se oggi è diventato un fenomeno di massa – grazie anche all’aiuto di offerte last minute, linee low-cost, campeggi super economici e b&b – il turismo una volta era appannaggio solo di aristocratici, artisti e intellettuali. Una élite formata in particolare da giovani. Il Grand Tour – dizione adottata per la prima volta in trascrizione francese, nel 1670, da Richard Lassels nel suo Voyage or a Compleat Journey Trough Italy – era il viaggio d’istruzione, intrapreso dai rampolli delle case aristocratiche di tutta Europa, che aveva come fine la formazione del giovane gentiluomo.

L’itinerario, particolarmente lungo e ampio con partenza e arrivo nello stesso luogo, comprendeva un giro che poteva attraversare anche i paesi continentali ma che aveva come obiettivo primario e irrinunciabile l’Italia. Le origini del Tour si possono far risalire al XVI secolo ma trovano il suo apice nel tardo XVII e XVIII. Inizialmente effettuato solo dai giovani dell’aristocrazia britannica, l’uso di un viaggio di istruzione si estese presto a francesi, già al tempo di Luigi XIII e del Re Sole, e poi a fiamminghi, olandesi, tedeschi, svedesi, russi e ancora altri provenienti da ogni Paese d’Europa.

Italia, meta per molti

L’Italia era sicuramente la meta più gettonata e attesa, luogo dove giovani artisti, aristocratici e uomini di stato potevano venire a toccare con mano i resti della cultura classica. L’itinerario di un viaggiatore poteva iniziare con lo sbarco a Genova – giungendo via mare da Marsiglia o Nizza – o con l’arrivo a Torino, seguendo la via di terra e attraversando il Moncenisio, il più frequentato tra i possibili ingressi in Italia. Altri accessi potevano essere il passo del S. Bernardo o del Sempione. La città di partenza determinava il successivo percorso, attraverso la costa o l’interno. Prima tappa importante era Firenze, da dove si passava o sostava con l’intento di arrivare a Roma, luogo in cui ci si fermava più a lungo. La partenza dalla madrepatria era, infatti, spesso progettata nel mese di settembre, così da poter giungere nella città eterna in concomitanza del Natale, festa religiosa molto affascinante per i suoi riti, trattenendovisi fino a Pasqua o per la festa di San Pietro e Paolo, celebre per i fuochi di artificio che si sparavano da Castel Sant’Angelo (una tradizione ancora oggi in uso). Tra le feste pasquali e la fine di giugno si collocava l’escursione a Napoli e dintorni. Il viaggio si concludeva quindi in Campania, programmando il rientro con una sosta a Loreto e poi, attraverso Ferrara e Padova, la tappa a Venezia, consigliata nel mese di febbraio per godere delle feste per il carnevale. Prima di uscire dall’Italia ancora Vicenza e visita a Verona, per passare poi il “confine” attraverso la Francia, la Svizzera o l’Austria.

Chi vi prendeva parte

La schiera dei grandtourists fu fitta ed eterogenea. La percentuale più cospicua si individua però tra i giovani di età compresa fra i sedici e i ventidue anni, spesso accompagnati da tutors più grandi e con un’esperienza adeguata a percorrere le strade italiane. Nel XIX secolo gli eredi delle nobili casate aristocratiche vedono ben presto affiancarsi i meno blasonati ma spesso più facoltosi figli della classe borghese in ascesa che, proprio attraverso il viaggio d’istruzione, nobilitava le sue patenti culturali. Fondamentale era il carattere di apprendimento legato al Tour, tanto che in Inghilterra la Corona finanziava i viaggiatori, a fronte di una richiesta debitamente motivata, con 300 sterline annue.

Valigia & Co.

Cosa potare con sé? Le scelte erano diverse e – quale che fosse l’idea del lungo soggiorno fuori casa, allettante o inquietante a seconda dell’indole – i viaggiatori dovevano essere previdenti. Molto ricca è l’iconografia, soprattutto satirica, dedicata ai mezzi di trasporto, alle condizioni e agli inconvenienti del giro: nei musei di diverse città italiane si conservano etichette di alberghi, biglietti di presentazione, pubblicità di compagnie private di trasporto e altri reperti di un settore brulicante d’iniziative da cui gli italiani, nelle zone interessate, traevano interessanti profitti. Tante sono anche le testimonianze e i racconti di questo percorso formativo itinerante, perché ogni europeo riviveva la propria esperienza componendo un proprio Diary, Journal o Tagebuch. Tra i più noti il Viaggio in Italia (in tedesco I talienische Reise ), scritto tra il 1813 e 1817 da Goethe. Una “guida turistica” di tutto rispetto.

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La serie ispirata al Grand Tour in Italia

Grand Tour ‒ Viaggio in Italia

Martedì 14 marzo – dalle ore 21:15

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Grand Tour: il viaggio come esperienza formativa

Grand Tour: il viaggio come esperienza formativa

Inteso come un momento di arricchimento culturale e umano, il viaggio diventa durante l’età dei lumi un’esperienza imprescindibile di crescita per i rampolli dell’aristocrazia europea, sulla spinta dell’ottimismo nella ragione e del cosmopolitismo . Tutto ciò è alla base della nascita del Grand Tour , ossia il viaggio di istruzione che vede ricchi giovani dell’aristocrazia, soprattutto quella britannica, attraversare l’ Europa Continentale per studiarne i diversi aspetti culturali, politici e sociali. L’ultima tappa doveva essere obbligatoriamente l’Italia.

D’altra parte, il viaggio è un tema caro alla letteratura di tutti i tempi, questo anche perché la sua essenza è vicina a quella della vita: il suo caratteristico dinamismo è quello delle trasformazioni umane, un divenire dove è importante il percorso più che il punto di partenza o di arrivo. L’uomo che parte lo fa per esplorare lo sconosciuto e renderlo quindi familiare .

Durante l’Illuminismo, il viaggio va ad assumere un valore di per sé, indipendentemente dalla soddisfazione di qualsivoglia bisogno , il fine ultimo diventa la curiosità e l’appagamento della stessa in nome del sapere e del bisogno di evasione. Fu Richard Lassels a coniare nel suo viaggio del 1670 il termine “ Grand Tour ”: sotto questo nome finirono tutti i viaggi di istruzione che avevano come fine la formazione del giovane gentiluomo attraverso il “ confronto ”.

« Nessuno è in grado di comprendere Cesare e Livio come colui che ha compiuto il Grand tour completo della Francia e dell’Italia .»

(Richard Lassels, “An Italian Voyage, or compleat Journey Throught Italy)

Il termine “tour” sottolinea in modo preciso la natura di questo viaggio, inteso come un giro , particolarmente lungo, che ha come traguardo irrinunciabile l’Italia. Culla di civiltà e terra dei classici, è in Italia, la meta privilegiata, che i giovani incontrano davvero l’Europa.

Origini del Grand Tour

Le origini del “Tour” si possono far risalire al XVI secolo, anche se il suo apice fu toccato alla fine del XVII e del XVIII secolo. Poteva durare dai pochi mesi fino ad anni (anche 8) ed è proprio per questo che fu un fenomeno sociale che coinvolse in primis i giovani rampolli dell’aristocrazia, più ricchi di tempo e denaro. Il “Grand Tour” fu anticipatore del turismo moderno : il viaggio iniziò ad essere considerato un modo per imparare, conoscere le altrui culture, ammirare la natura e il mondo. Tale esperienza, dunque, non era semplicemente un modo per occupare il tempo, ma un momento formativo essenziale nella vita dell’individuo non solo dal punto di vista culturale, ma spesso anche sessuale: una sorta di “ iniziazione ” anche ai vizi e ai piaceri mondani.

Il motore che muove è la curiosità e il viaggio diventa una sfida all’ignoto.

Diari di bordo!

C’era però anche la controparte negativa: il Grand Tour non era esente dai pericoli e proprio per questo bisognava prestare particolare attenzione alle locande o ai posti di ristoro. La preparazione del viaggio doveva essere minuziosa, richiedeva mesi di studio e di grande attenzione a ogni particolare; una serie di norme e regole delineavano il profilo del buon viaggiatore, capace di prendere il meglio dall’esperienza e ridurre al minimo i rischi. Così il “ travel book ”, il taccuino pieno di appunti del viaggiatore pregno di resoconti si trasforma e si rielabora in un “manuale”.

viaggio grand tour italia

Questa guida contiene indicazioni e consigli dettagliati e utili per chi viaggiava: spesso scritto come una sorta di diario di bordo , con stile epistolare si raccontavano dettagli e curiosità, si consigliavano luoghi ed esperienze e così si permetteva di affrontare più serenamente il tour.

L’idea di Grand Tour dal punto di vista letterario prende avvio probabilmente dopo la pubblicazione di “ Remarks upon Several Parts of Italy ” di Joseph Addison . Addison è fortemente influenzato dalla cultura classica e il modo in cui si rapporta all’Italia è probabilmente filtrato da ciò. Visitando l’Italia , egli va alla ricerca di conferme di quanto appreso dai classici e per questo motivo resta particolarmente deluso quando la realtà appare diversa da quella immaginata.

Nel 1668 Maximilien Misson , magistrato francese, scrive “ Nouveau Voyage d’Italie ”, guida al Grand Tour che ebbe grande fortuna e fu largamente utilizzata dai viaggiatori ottocenteschi. Misson riuscì a carpire gli interessi del lettore-viaggiatore tipo e a trasferire questa conoscenza nei suoi scritti. L’opera è senza dubbio un importante antecedente per la guidistica successiva, ma soprattutto va ad influenzare la tipologia di viaggio stesso che sarà intrapreso. La forma epistolare permette a Misson di selezionare e trattare liberamente gli argomenti: la varietà dei temi si piega alle preferenze personali dello scrittore, che arriva a sottolineare l’importanza di cercare anche le “tracce imperfette” dei luoghi.

“Viaggio in Italia” di Goethe

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Il “Viaggio in Italia” di Goethe fu una sorta di fuga: egli si mise in viaggio in fretta e furia, quasi come un fuggiasco, partendo di nascosto. Alla base vi era la sua necessità di evasione , quel tentativo estremo di riprendere interesse per il mondo: assuefatto dal suo ambiente e dal trascorrere quotidiano delle sue giornate, per Goethe l’Italia è la speranza di una nuova rinascita.

L’opera che elabora in seguito al viaggio non è l’insieme preciso dei suoi appunti, quanto piuttosto una rielaborazione degli stessi: non si tratta di un impersonale resoconto quanto piuttosto di un racconto personale; ciò è stato facilitato dalla forma epistolare, che gli permette di avviare una riflessione sul senso del viaggio stesso, su quello previsto e prefissato e su quello che effettivamente avuto. L’Italia per lui sarà terra di ispirazione

La rivelazione per Goethe non sarà tanto Roma, sebbene resterà particolarmente colpito dalla capitale che sarà la sua casa per molto tempo, quanto piuttosto Napoli. Con le sue strade luminose, il mare e la gente libera e felice, la città partenopea sarà definita il “ paradiso ” da Goethe.  

Qui a Napoli egli vedeva l’arte e la vita quotidiana scontrarsi e unirsi.  

  « Anche a me qui sembra di essere un altro. Dunque le cose sono due: o ero pazzo prima di giungere qui, oppure lo sono adesso. Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate… Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi! »

Vanessa Vaia

Bellissimo taglio critico.

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Grand Tour – Viaggio in Italia: la nuova serie travel Sky Original

Alessandro Sperduti è la guida di un affascinante racconto alla riscoperta delle meraviglie artistiche e paesaggistiche d'Italia: Grand Tour - Viaggio in Italia.

grand tour viaggio in italia

La grande arte, l’incanto dei paesaggi, il patrimonio archeologico dell’Italia visti con lo sguardo dei viaggiatori del passato e attraverso le storie di artisti, intellettuali e aristocratici stranieri che a partire dalla fine del Seicento intrapresero un viaggio di iniziazione culturale e sentimentale. Grand Tour – Viaggio in Italia è la nuova serie Sky Original in sei episodi, in esclusiva su Sky Arte dal 14 marzo alle 21.15, in streaming solo su NOW e disponibile anche on demand.

La docu-serie attraverserà la Penisola da Nord a Sud tra monumenti, musei e panorami naturali, facendo tappa nei luoghi irrinunciabili di quella grande epopea di conoscenza e scambio artistico. A guidare questo pellegrinaggio, vissuto spesso come una svolta da pittori e scultori, è l’attore Alessandro Sperduti, che partendo da un fenomeno epocale come il Grand Tour, narrerà le vicende di artisti stranieri come Rubens, Van Dyck o Velazquez, ma anche in tempi più recenti Picasso o Andy Warhol, che hanno scelto l’Italia come luogo d’apprendistato seguendo le orme di maestri come Michelangelo, Raffaello o Caravaggio, ispirandosi alle vestigia del passato greco-romano.

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Attraverso le parole di grandi scrittori (da Goethe a Stendhal), il viaggio di Sperduti in sei grandi tappe mostrerà un’Italia inedita, dal fascino esotico… e talvolta un po’ minaccioso. Un paese che non ha mai smesso di proiettare un’immagine di sé come luogo rigeneratore, dove immergersi nelle sorgenti della civiltà.

Queste le sinossi degli episodi:

Ep. 1 – VENEZIA (14 marzo alle 21.15)

Il primo episodio della serie Grand Tour. Viaggio in Italia, si apre sugli spettacolari panorami alpini del valico del Moncenisio, che per molti viaggiatori dei secoli passati rappresentava nientemeno che la porta d’accesso all’Italia. Zaino in spalla Alessandro Sperduti, guida del viaggio, ci porta poi a Venezia, che un tempo attirava gli stranieri non solo per il precario equilibrio tra terra e acqua, ma anche per la sua fama di città del piacere e della musica, dove i turisti acquistavano per ricordo i quadri del Canaletto e degli altri vedutisti. A Venezia artisti europei come El Greco sono venuti a studiare i maestri del colore della scuola veneta (Bellini, Giorgione, Tiziano, Tintoretto) che vediamo esposti alle Gallerie dell’Accademia, ma anche i mosaici di San Marco, che rapirono per ore Dostoevskij e ispirarono a Gustav Klimt la svolta del periodo d’oro. I canali con le loro foschie, e lo sciabordio che evoca il deperimento di ogni cosa, li ritroviamo nelle parole di Proust e Mann, nei quadri veneziani di William Turner, che proprio qui anticipò l’astrattismo, ma anche nella monumentale installazione di Anselm Kiefer a Palazzo Ducale. A chiusura di episodio, navighiamo sul Brenta come fece Goethe, con finale a Vicenza, nelle sale delle Gallerie d’Italia, tra quadri del Settecento legati al Grand Tour e la spettacolare scultura La caduta degli angeli ribelli di Francesco Bertos, che colpì profondamente l’autore di Moby Dick Herman Melville.

Ep. 2 – FIRENZE (14 marzo alle 21.45)

La seconda tappa di Grand Tour. Viaggio in Italia si apre tra le cave di marmo delle Alpi Apuane: Alessandro Sperduti si immerge nell’abbagliante universo di pietra di queste montagne, proprio come facevano i turisti dei secoli passati che inseguivano fin qui il mito di Michelangelo. Sono zone che hanno sempre attratto artisti da tutto il mondo e continuano a farlo ancora oggi, come mostrano le tante opere di scultori internazionali contemporanei che sono entrate a far parte della geografia urbana di Pietrasanta. È un percorso che conduce a Firenze, meta imprescindibile del Grand Tour a partire dall’Ottocento: qui Auguste Rodin cambiò radicalmente la propria visione dell’arte dopo una visita alla Sagrestia Nuova di Michelangelo, Stendhal restò profondamente turbato dalla bellezza di Santa Croce (da cui la famosa sindrome), i pittori preraffaelliti riscoprivano in Botticelli un modello da imitare per dare forma a passioni allora proibite. Una città così amata che soprattutto gli anglo-americani, frequentatori in città del cosmopolita Gabinetto Vieusseux, finivano per stabilirsi nelle ville dei dintorni. Le colline di Fiesole diventarono il luogo del sacro ma anche degli amori e di un incanto magico e senza tempo, mentre il paesaggio toscano ispirò i pittori con la sua armonia lavorata dall’uomo e con la sua luce unica.

Ep. 3 – ROMA (21 marzo alle 21.15)

Tra i resti di Roma antica, gli affreschi di Raffaello a Villa Farnesina ed escursioni nella campagna laziale punteggiata di rovine, si svolge la terza tappa di Grand Tour. Viaggio in Italia, in compagnia di Alessandro Sperduti. Per i viaggiatori e i turisti dei secoli passati, la città eterna era la meta più desiderata, il luogo del mito, tra mondo classico, Rinascimento e splendore barocco. Qui Henry James, passeggiando per le strade, si sentì colpito da una febbre di felicità, Diego Velazquez trovò l’amore della pittrice romana Flaminia Triva e dipinse uno dei quadri più famosi della storia dell’arte (il ritratto di Innocenzo X), mentre Renoir – stanco dell’Impressionismo – recuperò la forza creativa perduta, e iniziò a dipingere bagnanti ispirate alle veneri raffaellesche. Ma non sono loro i soli artisti e intellettuali stranieri a cui Roma cambiò il destino: l’episodio ci fa conoscere anche le vicende di Cy Twombly, grande pittore americano le cui ceneri si trovano nella chiesa di Santa Maria in Vallicella, un dandy che si sentiva talmente a casa da girare a piedi nudi intorno al Colosseo; Johann Joachim Winckelmann, a cui le copie romane di statue greche ispirarono la scrittura della prima storia dell’arte europea; Claude Lorrain, innamorato delle campagne dell’Agro romano e delle cascate di Tivoli, che ha ritratto in quadri pieni di struggimento nostalgico; fino all’artista concettuale Joseph Kosuth, che per quindici anni ha vissuto qui, in fuga dalla modernità newyorchese, nelle atmosfere senza tempo della Dolce Vita.

Ep. 4 – NAPOLI (28 marzo alle 21.15)

Il brulicare dei vicoli, la luce marina che ne contrasta l’ombra, e l’immensità del Vesuvio, sono gli sfondi della quarta tappa di Grand Tour. Viaggio in Italia. A inizio episodio Alessandro Sperduti ci porta proprio in cima al vulcano, presenza magnetica e minacciosa che governa la vita della città, e che ha sempre colpito gli artisti stranieri, tanto da spingere ad esempio Andy Warhol a tornare alla pittura a pennello, per darci una serie di immagini coloratissime della sua energia tellurica e incandescente. Una forza ammaliante di cui fece le spese, nel Settecento, il console inglese Lord Hamilton, che assecondando la propria ossessione scientifica per le eruzioni morì intossicato dai gas velenosi. L’episodio ci mostra poi come Napoli, con i suoi contrasti, abbia sempre stimolato l’arte internazionale. Nel Seicento il maestro iberico Jusepe de Ribera (soprannominato “lo Spagnoletto”), di cui vediamo i lavori al Museo di Capodimonte, si stabilì in città e subì l’influsso di Caravaggio, il quale dipinse il suo ultimo quadro proprio qui a Napoli, poco prima di morire: è il Martirio di Sant’Orsola, esposto nella nuova sede delle Gallerie d’Italia in via Toledo. E anche Picasso fu segnato profondamente dal ribollire della vita napoletana e dagli affreschi di Pompei, tanto da passare dal Cubismo a opere di ispirazione neoclassica. La tappa si chiude con la Reggia di Caserta e la collezione Terrae Motus lì conservata, nella quale i più importanti artisti internazionali del secondo Novecento, da Joseph Beuys a Robert Rauschenberg, rispondono alle distruzioni del sisma del 1980 con l’energia creativa dell’arte.

Ep. 5 – SICILIA (4 aprile alle 21.15)

“L’Italia senza la Sicilia non lascia alcuna immagine nell’anima: qui è la chiave di tutto”. Così Goethe rievocò la sua esperienza sull’isola, quinta tappa della serie Grand Tour. Viaggio in Italia. Sulle tracce di Goethe, e di altri viaggiatori del passato, Alessandro Sperduti ci fa percorrere un itinerario poco battuto ai tempi del Grand Tour, che di norma si concludeva nei pressi di Napoli. A inizio racconto troviamo Palermo, dove il pittore fiammingo Van Dyck giunse nel 1624 e incontrò l’ormai anziana pittrice Sofonisba Anguissola, prima di fissare per sempre – grazie ad alcuni stupendi quadri – l’iconografia della patrona Santa Rosalia, con l’aspetto di una bella fanciulla dai tratti nordici. Passeggiando nelle sale meravigliose di Palazzo Butera, fra le piante rare dei giardini pubblici, e fra edifici arabo-normanni, Sperduti ci racconta di altri grandi maestri conquistati dal fascino degli scenari siciliani, da Paul Klee a Maurits Cornelis Escher, e di giovani artisti che anche oggi, da Parigi o da Londra, si trasferiscono qui in cerca di una vita più autentica. L’episodio ci fa poi attraversare l’interno, all’epoca di Goethe considerato terra barbarica e minacciosa, fino alla Valle dei templi di Agrigento, per poi chiudersi nella Taormina di Oscar Wilde, in cui lo scrittore, reduce da una condanna per omosessualità, trovò un’oasi di tolleranza e comunione con la natura, e divenne amico del fotografo Wilhelm Von Gloeden, autore di ritratti di gusto neo-ellenico, con giovani siciliani nudi in pose classicheggianti.

Ep. 6 – GENOVA (11 aprile alle 21.15)

È sotto il sole della Liguria che si conclude Grand Tour. Viaggio in Italia. Come Maupassant a bordo del suo yacht “Bel-Ami”, anche Alessandro Sperduti ammira Genova dal mare. Ma che si arrivasse via acqua o via terra, da questa città sono sempre passati i viaggiatori stranieri. Fin dal Seicento quando il fiammingo Peter Paul Rubens restò conquistato dalla magnificenza dei palazzi nobiliari. Lui, a sua volta, realizzò qui la prima pala d’altare barocca, che si ammira ancora nella Chiesa del Gesù, mentre il suo migliore allievo Antoon Van Dyck, poco dopo, raffigurando proprio gli aristocratici genovesi, stabilì il modello del ritratto di rappresentanza moderno. Anche il volto più cupo e labirintico dei caruggi, però, aveva il suo fascino, per scrittori come Henry James e Mark Twain. Lungo le Riviere, sono invece i colori e la luce del Mediterraneo a incantare i pittori. Monet trascorse a Bordighera tre mesi che segnarono il suo stile; Kandinsky, uno dei tanti russi che passarono da qui, trasfigurò nei suoi studi la natura delle vedute di Rapallo, luogo dell’anima anche di Ezra Pound. Infine, il danese Asger Jorn ha trasformato la sua casa ad Albissola Marina in un’opera “totale”, in dialogo con la tradizione della ceramica locale: un inno alla libertà e alla spontaneità dell’arte che è il suo autoritratto.

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Il Grand Tour e il fascino del viaggio in Italia

Il saggio di cesare de seta "l'italia nello specchio del grand tour" è un viaggio nell'italia vista con gli occhi dei "tourists" che nel corso dei secoli attraversarono il nostro paese regalandoci una specie di immagine di "unità nazionale" ancor prima che il paese stesso divenisse uno stato a tutti gli effetti. il servizio di carlotta macerollo.

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Home › Eventi › Grand Tour. Viaggio in Italia: la docu-serie alla scoperta delle meraviglie del nostro Paese. Con Alessandro Sperduti

Grand Tour. Viaggio in Italia: la docu-serie alla scoperta delle meraviglie del nostro Paese. Con Alessandro Sperduti

Su sky arte, sei appuntamenti con le meraviglie d'italia più inedite e curiose, narrate da alessandro sperduti, moderno virgilio che ci conduce sulle tracce della bellezza. da non perdere (anche on demand).

Alessandro Sperduti

Da martedì 14 marzo arriva in esclusiva su Sky Arte (in streaming solo su NOW), alle 21,15, Grand Tour. Viaggio in Italia , la docu-serie Sky Original in sei episodi con l’attore Alessandro Sperduti, protagonista di film e serie tv di successo (incluso il recente Dante di Pupi Avati), che ci guida, di puntata in puntata, in un’Italia inaspettata e ancora meravigliosa da scoprire.

È un invito a ripercorrere le orme dei grandi viaggiatori del XVIII e XIX secolo che trovarono ispirazione nell’arte, nell’architettura e nei paesaggi italiani per un itinerario iniziatico, culturale e sentimentale irrinunciabile. E così, come un moderno Virgilio, Alessandro Sperduti ci conduce alla scoperta di luoghi nei quali ritrovare la nostra identità, presente e futura, ben oltre le coordinate ereditate da Goethe e Stendhal .

Foto Il backstage del Grand Tour di Alessandro Sperduti per Sky Arte

Oltre a mostrare la  bellezza dei luoghi, Grand Tour. Viaggio in Italia , narra anche le vicende degli artisti stranieri che, da Rubens a Velazquez, da Picasso a Andy Warhol, hanno sempre scelto l’Italia come luogo di elezione in cui immergersi per rigenerarsi. Una docu-serie perfetta da tramandare alle nuove generazioni. E una buona scusa per partire a primavera.

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Ascolta anche: Weekend con Dove

Guarda il trailer di Grand Tour. Viaggio in Italia 

Grand Tour. Viaggio in Italia: la docu-serie alla scoperta delle meraviglie del nostro Paese. Con Alessandro Sperduti

Contemporary Grand Tour: nella Tuscia alla scoperta dei tesori dell'arte

di Redazione Viaggi

cosa vedere nella tuscia

Questo viaggio nella campagna della Tuscia - ideato da IFExperience all'interno del progetto # Visitresponsibly con Vanity Fair - fa parte di una serie di itinerari spirati al leggendario Grand Tour del ‘700, ma riadattati alle esigenze dei viaggiatori contemporanei. Così come la serie di Vanity Fair Italia da Scoprire , anche questo è un viaggio pensato per promuovere territori meravigliosi ma poco valorizzati e offrire un antidoto pratico alle mete troppo affollate .

L’armonia diffusa nella campagna della Tuscia ha da sempre rappresentato una dimensione di evasione a pochi chilometri da Roma. Amato sin da tempi antichi, il territorio ospita oltre trenta palazzi e giardini rinascimentali, spesso di gusto manierista, che testimoniano la predilezione per questi luoghi da parte di mecenati, cardinali, pittori e collezionisti . Una scoperta eccezionale per chi non ci è mai stato.

Villa Farnese

Villa Farnese

Villa Farnese

Cosa vedere nella Tuscia

Cosa vedere nella Tuscia? L'itnerario di IFExperience , si muove attraverso sette mete di buen retiro , alcune perfettamente conservate nella loro magnificenza, altre visitabili e in fase di restauro che le ripoterà al loro splendore originario, altre ancora riaperte recentemente dai proprietari in uno spirito di condivisione con il pubblico. Da Villa Farnese a Caprarola al Sacro Bosco di Bomarzo fino all'Isola Bisentina, questo è un viaggio da fare con calma dedicando 2 o 3 giorni, oppure da usare come mappa per tornare più volte alla scoperta di questi tesori dell'arte.

Una vera fortezza eretta per volontà condivisa tra nonno e nipote i cardinali Alessandro Farnese il Vecchio e il...

Villa Farnese a Caprarola

Una vera fortezza eretta per volontà condivisa tra nonno e nipote: i cardinali Alessandro Farnese il Vecchio e il Giovane . Dalla pianta che ricorda la magica stella a cinque punte, Villa Farnese a Caprarola è uno dei capolavori architettonici di Jacopo Barozzi da Vignola . Ultimata nel 1575, i cinque piani di questa dimora di rappresentanza nella campagna viterbese ospitano un susseguirsi di stanze affrescate e grandiose scalinate – tra cui una destinata allo scambio di messaggi segreti. Il gusto manierista trionfa negli esterni della Villa attraverso la costruzione scenografica di un giardino all’italiana , dove si susseguono ampi terrazzamenti e fughe prospettiche. Sculture, fontane, giochi d'acqua e labirinti creano un complesso monumentale a cielo aperto che culmina con La Casina del Piacere, luogo di delizie e passatempi per il cardinale che amava trascorrervi del tempo indisturbato.

Due palazzine identiche si affacciano su un ampio bacino dacqua dove spicca la scultura dei Quattro Mori di...

Villa Lante a Bagnaia

Due palazzine identiche si affacciano su un ampio bacino d’acqua dove spicca la scultura dei Quattro Mori di Giambologna. Siamo a Villa Lante a Bagnaia , voluta dai cardinali Gambara e Montalto su progetto del Vignola .

L a villa è attorniata da quattro ettari dedicati ai suoi manieristici giardini italiani a sorpresa . Qui si assiste a un raro «teatro delle acque» – simbolo di purezza divina – dove grazie a una stupefacente architettura idraulica il suono dello scorrere dell'acqua e i suoi coreografici zampilli alimentano un succedersi di meraviglie senza fine.

Un parco naturale disseminato da sculture misteriose in onore della moglie Giulia Farnese. Questa fu la volontà del...

Sacro Bosco di Bomarzo

Un parco naturale disseminato da sculture misteriose in onore della moglie Giulia Farnese . Questa fu la volontà del principe Pier Francesco Orsini quando commissionò il progetto a Pirro Ligorio «sol per sfogare il core» , come recita un pilastro all’interno del Sacro Bosco di Bomarzo .

Una ricerca di evasione che immerge il visitatore in un giardino esoterico , i cui numerosi significati simbolici risultano criptici da decifrare ma visivamente sbalorditivi. Statue di animali, mostri mitologici e divinità pagane dimostrano come in questo luogo la cultura classica, quella rinascimentale e il gusto manierista si fondano per dar vita a una scenografia senza pari che, tra i molti, incantò pure l’animo surrealista di Salvador Dalì .

In antichità feudo di Bassano la Villa Giustiniani Odescalchi inizia ad assumere le caratteristiche attuali attorno alla...

Villa Giustiniani Odescalchi a Bassano Romano

In antichità feudo di Bassano, la Villa Giustiniani Odescalchi inizia ad assumere le caratteristiche attuali attorno alla metà del XVI secolo. Poi ampliata e rinnovata nel Seicento dal banchiere e collezionista Vincenzo Giustiniani, amante di Caravaggio tanto da possederne tredici tele. Gli interni della villa sono uno scrigno strabiliante di cicli pittorici e decorativi: dalle scene mitologiche della scuola degli Zuccari alla Caduta di Fetonte di Francesco Albani , ispirata alle Metamorfosi di Ovidio. Inoltre, al piano terra, spicca un curioso teatrino all’inglese che Giustiniani fece costruire dopo aver fatto visita alla residenza esisteva di Enrico VII d’Inghilterra.

Il parco di ventitré ettari è collegato alla Villa tramite un ponte sospeso ed è stato organizzato sul disegno del Vignola enfatizzando l’equilibrio tra natura e arte. Il giardino all’italiana, costeggiato da lunghi viali, è sormontato da una Casina di Caccia merlata che riportava lo stemma Giustiniani. La villa è in restauro con apertura parziale il giovedì e il sabato 8:30 - 13:30 - Tel. +39 0761 636025

Realizzato tra il 1564 e il 1571 per volontà del cardinale Madruzzo il Palazzo fu completato durante il Settecento dalla...

Palazzo Chigi Albani, Soriano nel Cimino

Realizzato tra il 1564 e il 1571 per volontà del cardinale Madruzzo , il Palazzo fu completato durante il Settecento dalla famiglia Albani con un progetto architettonico di Luigi Vanvitelli . Nella terrazza d’ingresso una scena monumentale è scolpita nella pietra e conosciuta come Fonte Papacqua. Al centro domina una figura femminile distesa con piedi di capra. L’opera è di chiara ispirazione manierista e fonde elementi pagani a quelli biblici, come Mosè che abbevera gli assetati. Nel parco retrostante il palazzo, si trova un giardino all’italiana disseminato di vasche e fontane con giochi d’acqua. Il palazzo è in restauro/apertura parziale il venerdì sabato domenica 10-13, 15-18 - Tel. +39 378 303 3319

Giorgio Franchetti certamente sintendeva di arte e palazzi è lui ad aver restaurato la veneziana Ca' dOro ed è sempre...

Palazzo Altemps a Bassano in Teverina

Giorgio Franchetti certamente s’intendeva di arte e palazzi: è lui ad aver restaurato la veneziana Ca' d’Oro ed è sempre lui ad aver consigliato al cognato Cy Twombly di acquistare Palazzo Altemps a Bassano in Teverina . Nel 1975, il pittore statunitense si trasferì in questa dimora fatta costruire dal cardinale Sittico Altemps nel Cinquecento. Una meta di buen retiro nel cuore della Tuscia dove Twombly ha dipinto fino agli anni Novanta. Oggi Palazzo Altemps riapre le sue porte come sede di Fondazione Iris , creata dalla famiglia dell’artista per ospitare mostre di arte contemporanea – a giugno quella dedicata alla pittrice Rita Ackermann.

Visite su prenotazione (Palazzo privato: massimo 8 persone per visita) dal 10 giugno al 31 luglio 2024 - [email protected]

Sacralità numerologia e misticismo abitano lIsola Bisentina al centro del Lago di Bolsena. Piccolo borgorifugio poi...

Isola Bisentina

Sacralità, numerologia e misticismo abitano l’ Isola Bisentina , al centro del Lago di Bolsena. Piccolo borgo-rifugio, poi carcere, convento, residenza nobiliare a partire dai Farnese, per passare agli Spada e infine ai principi Del Drago . Dal 2017 è stata riaperta al pubblico dalla Famiglia Rovati.

Un antico itinerario di Via Crucis, sancito da due bolle papali, si dirama lungo le sette cappelle a pianta ottagonale – sintesi tra umano e divino – che costellano le sponde dell’Isola, tante quante erano i crateri vulcanici da cui nasce il lago più di seicentomila anni fa. La più estesa è la chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, commissionata da Alessandro Farnese il Giovane al Vignola . L’isola ospita anche la Malta dei Papi, citata da Dante nel Paradiso. Antica cisterna e luogo di rituali legati alla nascita e alla fertilità, ritorna nella letteratura occulta come uno degli ingressi segreti per il regno sotterraneo di Agarthi, “l’inaccessibile”.

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Il 5 Settembre apre ufficialmente Grand Tour Italia

5.000 passi tra le 20 regioni d'Italia

Grand Tour Italia rappresenta  un viaggio nella biodiversità delle singole regioni italiane , ciascuna con le proprie tradizioni enogastronomiche ed eventi folcloristici. Un luogo che nasce a Bologna e ha a cuore i bolognesi e non solo. Qualunque sia la tua regione di provenienza a Grand Tour Italia ti sentirai a casa riscoprendo la gioia di vivere le tue tradizioni anche da lontano. 

Aspettando Grand Tour Italia, dai una sbirciata al cantiere!

Un parco di 50 mila mq suddivisi in:

  • 20 Osterie  tipiche regionali con ricambi di gestione e nuovi menù a rotazione
  • 20 Aree di vendita  di prodotti tipici regionali: cibi, bevande e artigianato
  • 20 Aree didattiche  sulla enogastronomia, storia, cultura e tradizioni delle singole regioni
  • 20 Aree paesaggistiche  e di promozione turistica dedicate alle singole regioni

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  • Grand Tour Italia a Bologna: FICO si trasforma e riapre dal 5 settembre

da Kid Pass Bologna per bambini

  • Home » Italia per famiglie » Emilia Romagna » Bologna per bambini » Grand Tour Italia a Bologna: FICO si trasforma e riapre dal 5 settembre

Nello spazio ex FICO si narra la biodiversità italiana come se fosse un museo dell’arte, attraverso cibo, opere e intrattenimento

Grand Tour Italia aprirà le porte al pubblico il 5 settembre 2024 nello spazio in precedenza occupato da FICO, centro agroalimentare di Bologna. L’ambizioso progetto coniuga la grande tradizione culinaria italiana alle nostre tradizioni regionali, culturali e artistiche. Ogni regione avrà infatti un’area dedicata alla valorizzazione turistica del suo territorio, un’ osteria e un mercato di prodotti tipici regionali , e in più un’ area didattica a cura dei partner: Scuola Holden di Torino , Coldiretti e Slow Food . Con il loro contributo si promuoveranno corsi di cultura enogastronomica, lezioni di cucina e corsi di educazione alimentare.

  • Nello spazio ex FICO si narra la biodiversità italiana come se fosse un museo dell'arte, attraverso cibo, opere e intrattenimento

Grand Tour Italia: alla scoperta di piatti, prodotti e tradizioni regionali

Grand tour italia: le attrazioni permanenti.

  • Earth Foundation: l'arte che celebra il cibo

Libreria I Capolavori

Tour guidato tra le regioni e altre esperienze, grand tour karting, informazioni, invia un commento annulla risposta, iscriviti alla newsletter, ricevi subito un regalo da kid pass, grazie per esserti iscritto, da scoprire, vacanze family.

I piatti e i prodotti , biologici e sostenibili , guideranno il visitatore in un’ esperienza genuina attraverso l’esplorazione del gusto autentico delle singole espressioni regionali . Ma non solo. Grand Tour Italia si pone l’obiettivo di coinvolgere il visitatore a 360 gradi: sarà un vero e proprio viaggio in tutta Italia, alla scoperta di storia, cultura e tradizioni, racchiuso in 50 mila metri quadrati. Un contorno di eventi e manifestazioni folkloriche renderà la visita ancora più suggestiva. In particolare apprezziamo l’intento di realizzare corsi gratuiti dedicati ai bambini , ai ragazzi e anche ai pensionati.

Grand Tour Italia aree regionali

Sono varie e interessanti le attrazioni permanenti presso Grand Tour Italia, volte ad approfondire il dialogo tra cultura, tradizione e cibo. Tra queste segnaliamo Luna Farm, il parco a tema per bambini che rimane tutt’ora aperto e visitabile.

Earth Foundation: l’arte che celebra il cibo

Nello spazio espositivo di Earth Foundation potrete vedere straordinarie foto di grandi fotografi. Qui si prevede una programmazione di mostre dedicate alla fotografia contemporanea che celebreranno il rapporto tra arti visive e cultura enogastronomica. Qui potremo scoprire alcune pubblicazioni di Edizioni Earth, tra cui quella dedicata alla prima mostra di Grand Tour Italia : Photo & Food .

Mostra fotografica EARTH Foundation, Grand Tour Italia

Si tratta di una speciale selezione a cura della Scuola Holden , con 1200 libri tra saggi e romanzi italiani e internazionali, libri per bambini e ragazzi, libri di cucina in consultazione gratuita e in vendita come usati. Qui sarà allestito anche un teatrino per le presentazioni e ci sarà il giovedì letterario dedicato a particolari letture.

Potrete partecipare a un Tour Guidato tra le regioni con 4 tappe nelle Aree Didattiche Multimediali. Vi aspettano inoltre degustazioni , corsi di cucina e di specializzazione regionale, spettacoli  e convegni divulgativi.

Luna Farm è il parco al coperto a tema fattoria , all’interno dell’area Ex FICO ed ora parte del Grand Tour Italia. È tutt’ora aperto , con speciali eventi per i bambini in corso ogni mese. Il parco tematico di 6.500 metri quadrati ha tante giostre e giochi made in Italy , con 14 simpatiche attrazioni accessibili a tutti sopra i 90 cm. Ci sono inoltre una sala dove divertirsi con la realtà virtuale, un angolo ristoro e un’area nursery.

Luna Farm Bologna

Un circuito indoor lungo 500 metri metterà a disposizione di privati e aziende kart elettrici Parolin di ultima generazione, per sfide avvincenti in totale sicurezza, unendo anche in questo caso l’intrattenimento e la sostenibilità.

Il biglietto di ingresso e il parcheggio di Grand Tour Italia sono gratuiti! Per i prossimi aggiornamenti sull’apertura e gli eventi futuri, consultate il sito ufficiale di Grand Tour Italia .

Trova altre idee e spunti per la vostra visita nell’articolo: 10 cose da vedere a Bologna con i bambini

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Palazzo Morando 4.0

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In Italia ci sono centinaia di locali storici che meritano un viaggio

Ci sono luoghi in Italia che raccontano la nostra storia e la nostra cultura: quanti sono e quali visitare assolutamente

Serena Proietti Colonna

Travel blogger

  • Sito personale

PhD in Psicologia Cognitiva, Travel Blogger, Coordinatrice di Viaggio e Redattrice Web di turismo, una vita fatta di viaggi, scrittura e persone

Quando si decide di organizzare un viaggio, all'estero o in Italia che sia, si pensa sempre a città di cui innamorarsi, spiagge che sembrano uscite da un sogno, cime da conquistare e molto altro ancora. Difficilmente però si fa riferimento ai locali storici ed è un peccato, perché il nostro Paese ne custodisce a centinaia che sono uno più bello dell'altro e, soprattutto, identitari della nostra cultura.

Proteggere i locali storici d'Italia

I locali storici del nostro Paese sono un vero e proprio presidio della cultura, della gastronomia e dell’ospitalità che ci contraddistinguono agli occhi di tutto il pianeta. Parliamo di alberghi, ristoranti, pasticcerie-confetterie-caffè letterari e fiaschetterie che al giorno d'oggi vantano almeno 70 anni di attività.

Per questo motivo è stato promosso dal vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, un disegno di legge dedicato proprio a loro. Con un’età media di 150 anni, questi locali sono infatti sopravvissuti a guerre mondiali, catastrofi naturali, crisi economiche e anche ad una pandemia. In sostanza sono e veri e proprio guardiani del tempo e della nostra cultura.

Purtroppo però non sono esenti da rischi: i cambiamenti che caratterizzano i centri storici italiani vanno inevitabilmente a intaccare pure loro. Per ovviare a questa problematica è stato perciò promosso tale provvedimento che mira a tutelare e valorizzare l’operato, attraverso anche l’istituzione di un fondo, sotto l’ombrello del ministero delle Imprese e del Made in Italy, pari a 50 milioni di euro l’anno da utilizzarsi tra il 2023 e il 2025.

Caffè Greco di Roma localie storico

A beneficiarne di quanto appena detta saranno ben 200 locali storici d’Italia e circa 100 attività che rispondono ai requisiti di storicità e autenticità. Ciò significa che devo avere almeno 70 anni di storia e conservare ambienti e arredi originali (o comunque che testimonino le origini del locale), oltre a presentare cimeli, ricordi e documentazione storica sugli avvenimenti e sulle frequentazioni illustri.

Alcuni dei più incantevoli locali storici italiani

Come avete potuto leggere sopra, sono tantissimi e di certo è pressoché impossibile elencarveli tutti. Ne abbiamo scelti alcuni a partire dal Caffè Greco di Roma , un bar fondato nel 1760 che nel corso degli anni ha visto molti frequentatori famosi. Con più di 300 opere esposte nelle sale, è la più grande galleria d'arte privata aperta al pubblico esistente al mondo, e tra i suoi tavoli ce n'era sempre uno fisso per Giorgio de Chirico.

Non è da meno il Ristorante la Bersagliera di Napoli che è stato follemente amato da Totò per i suoi spaghetti. Un eccezionale locale con vista sul sul castello, tra arredi vintage e vecchie foto, risalente al 1919.

Amante del pesto era Frank Sinatra che adorava trascorrere parte del suo tempo presso il Ristorante Zeffirino di Genova che nel 2019 ha festeggiato i suoi primi 80 anni. Farci un pasto vuol dire respirare ancora le atmosfere di un passato che fu, anche grazie anche a parte del suo arredo dipinto a mano dal pennello di Federico Ferrari.

Il Ristorante Casa del Brodo “dal Dottore” di Palermo è invece famoso per il suo miracoloso brodo di carne, ed oggi è un vero e proprio punto d'incontro in cui tutti gli ospiti si possono sentire a casa propria.

Degni di nota sono anche i luoghi che sono divenuti celebri per gli avvenimenti storici. Un esempio è l’ Hotel Bernini Palace di Firenze , Hotel Parlamento quando, tra il 1865 e il 1871, Firenze divenne capitale del Regno d’Italia.

Poi ancora l’ Antica Locanda Mincio a Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona , dove sostò Napoleone nel 1796 dopo aver cacciato gli austriaci al di là del fiume. Assolutamente rilevante è anche il Caffè Fiorio di Torino che è passato alla storia per aver lanciato, sfidando il buon costume, lo scandaloso cono gelato da passeggio, mentre è al Caffè Paszkowski , nel capoluogo fiorentino, che si tenne il primo caffè-concerto con un’orchestra interamente al femminile, capace di innervosire il ministero della Cultura Popolare fascista con i primi foxtrot americani, allora banditi.

I locali da record

Tra i locali storici italiani ce ne sono alcuni che possono vantare anche dei primati storici. È il caso dell’ Hotel Cavalletto e Doge Orseolo di Venezia e il Ristorante Oste Scuro Finsterwirt di Bressanone: sono sono i locali storici più longevi d’Italia, entrambi del 1200.

Non meno particolare è il primato dell’ Albergo Italia al Colle del Gran San Bernardo : il locale storico più in alto d’Italia in quanto sfoggia sedici eleganti suite che svettano a ben 2.474 metri di quota.

Poi ancora il Caffè Mulassano e il Caffè al Bicerin, entrambi di Torino, che sono i più piccoli locali storici non solo del nostro Paese, ma di tutto il mondo.

Viene perciò spontaneo domandarsi quali sino i più grandi e la riposta è che sono il Caffè Pedrocchi di Padova che, senza troppi giri di parole, è un complesso monumentale, e il Caffè Meletti di Ascoli Piceno , delicata palazzina che si specchia sulla meravigliosa piazza del Popolo.

Caffè Pedrocchi Padova locali storici

Il gusto italiano è da sempre emulato da tutto il mondo, e per questo ci sono anche i locali storici più copiati in assoluto, e sono ben 3: il Caffè Florian di Venezia, il Caffè Greco di Roma, il Caffè Cova di Milano.

Il nostro Paese è anche un pullulare di siti archeologici e, ovviamente, non potevano mancare i locali storici con questa caratteristica il Ristorante Checchino di Roma situato sul Monte Testaccio e formato nei secoli da miliardi di cocci di anfore romane; il Ristorante Nettuno di Paestum che si trova immerso negli scavi archeologici di fronte al maestoso Tempio di Nettuno.

E per finire - ma i primati dei nostri meravigliosi locali storici non sono finiti qui - il più “grande scoop”, vale a dire il Grand Hotel Villa d’Este , di Cernobbio, in provincia di Como , dove il fotoreporter Fedele Toscani nell'ormai lontano 1933, tramite una serie di appostamenti riuscì a immortalare l’idillio tra Bessie Wallis Warfield, più nota come Wallis Simpson, ed Edoardo VIII che, di lì a poco, avrebbe rinunciato al trono di Inghilterra per poterla prendere in moglie.

L’Associazione Locali storici d’Italia

L’Associazione, che gode del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, da 46 anni valorizza e tutela i locali che vi sono iscritti. Tra le altre cose, con cadenza biennale pubblica un'omonima guida.

Tra le regioni più rappresentate spiccano il Veneto (36 locali), Lombardia (33), Piemonte (28) e Toscana (23), seguite da Campania (19), Liguria (17) e Sicilia (8).

Mentre tra le province, si distingue Venezia, al comando con 20 referenze; accompagnata da Torino (19) e Napoli (17). Seguono Genova (13), Milano (12) e Firenze (10).

Grand Hotel Villa d’Este locali storici

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Starhotels lancia il Grand Tour in chiave contemporanea

Starhotels lancia il Grand Tour in chiave contemporanea

L’atmosfera del Grand Tour rivisitata in chiave moderna . E’ la nuova proposta di viaggio su misura lanciata da Starhotels . Al centro ci sono i suoi Starhotels Collezione di Firenze, Milano, Roma, Siena, Trieste, Venezia, Vicenza, Londra e Parigi, che diventano tappe di un itinerario che celebra la storicità dei luoghi e il Made in Italy.

Il Grand Tour di una volta

Il Grand Tour raggiunse il suo apice nell’Ottocento , quando sempre più giovani amanti del bello partivano alla scoperta dell’arte e della cultura delle principali città italiane ed europee, appagando il proprio gusto estetico anche con la scelta di eleganti Grand Hotel.

È in occasione di questi viaggi che agli inizi del Novecento molti degli alberghi che oggi sono parte di Starhotels Collezione, come l’Helvetia & Bristol di Firenze e l’Hotel d’Inghilterra di Roma, divennero luoghi d’incontro amati da artisti e letterati, che qui soggiornavano anche per lunghi periodi e che ne hanno segnato la storia.

Il modello Starhotels

Starhotels ha reinterpretato il Grand Tour in chiave contemporanea , ideando una proposta di viaggio che prevede un soggiorno di almeno due notti in due destinazioni Starhotels Collezione, scegliendo tra dimore storiche custodite in palazzi di valore, che si distinguono per uno stile ricercato ed un servizio impeccabile.

A rendere l’itinerario ancor più indimenticabile per gli ospiti, ci sono su richiesta le Craft Experiences , visite immersive nei laboratori artigiani, patrimonio italiano, che permettono di affiancare i Maestri all’opera.

Dal laboratorio delle maschere veneziane per chi soggiorna allo Splendid Venice, all’ antica Manifattura Cappelli proposta agli ospiti dell’Hotel d’Inghilterra di Roma, fino all’ arte del commesso fiorentino per chi sceglie l’Helvetia & Bristol di Firenze. Queste sono solo alcune delle visite private guidate nelle destinazioni italiane del gruppo, a cui si aggiungono nuove Craft Experiences nelle città di Trieste, Vicenza e Siena ed altre create ad hoc a Londra e Parigi. Tra queste, il tour dedicato alla storia della moda di Place Vendôme a Parigi e i corsi di bella scrittura tenuti dagli abili calligrafi di Pineider nella boutique di Londra.

Proprio Pineider firma il kit di benvenuto che gli ospiti del Grand Tour trovano in camera al loro arrivo: un regalo senza tempo firmato dallo storico brand artigianale di pelletteria fiorentina per portare con sé al ritorno un vero souvenir del Grand Tour.

Infine, su ispirazione del viaggio ottocentesco è stato realizzato anche un cocktail inedito firmato da Cibréo disponibile in tutti gli Starhotels Collezione: “Viaggio in Italia” è una reinterpretazione dello Spritz, grande classico dell’aperitivo, a base di rabarbaro e bollicine italiane, orgoglio del Made in Italy nel mondo.

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Home > Città USA > New York > Tour New York: tutti i viaggi organizzati > Balene a New York: dove e quando fare un tour di whale watching

Balene a New York

Balene a New York: dove e quando fare un tour di whale watching

Vedere le balene a New York : è possibile? Quando si pensa alle balene in America , solitamente vengono in mente le coste del Canada o degli stati più settentrionali della East Coast statunitense . Se fai un tour del New England , ad esempio, puoi trovare alcune buone opportunità di tour che partono alla ricerca delle balene (un esempio lo abbiamo riportato qui ). Le balene possono essere avvistate anche nell’Oceano Pacifico – abbiamo dedicato un articolo a dove avvistare le balene in California – ma ora concentriamoci sull’Atlantico e precisamente sulla più grande e famosa città che vi affaccia: New York City .

In che periodo si vedono le balene a New York?

Event cruises – whale watching nyc adventure cruise: da manhattan, seastreak – nyc whale watching cruise: da manhattan, american princess cruises – whale watching & dolphin adventure cruises: da brooklyn, quali balene si possono avvistare a new york.

Balene a New York - Megattera - Humpback whale

Scorri per vedere tutte le immagini

Il termine balena è abbastanza generico, perché questa macro categoria di cetacei include un numero di specie abbastanza variegato . Non tutte le balene vivono in tutti gli oceani del mondo: in alcuni mari vivono solo alcune specie, mentre altre abitano zone differenti. Inoltre, molte specie migrano annualmente, spostandosi in diverse parti del globo, quindi vicino ad una determinata zona sono avvistabili solo per alcuni mesi, o alcune settimane all’anno. Dunque, quali balene si avvistano vicino a New York?

Nell’Oceano Atlantico si possono avvistare principalmente la megattera , la balenottera comune , la balena franca nordatlantica e la balenottera minore . Può capitare di avvistare anche la balenottera azzurra (la più grande esistente), ma è abbastanza raro. Ci sono poi i capodogli e varie specie di delfini e altri piccoli cetacei.

La situazione è differente sull’altra costa americana, quella dell’Oceano Pacifico: lì infatti, partecipando ad un tour di whale watching si potranno vedere con facilità le balene grigie e ci saranno più probabilità di avvistare una balenottera azzurra, mentre ad esempio non si potranno vedere le balene franche. Specie come la megattera invece si avvistano facilmente in entrambi gli oceani.

Fatta questa premessa, restringiamo il campo, dato che l’Oceano Atlantico è grande e non lo si può certo esplorare tutto con un tour in barca di poche ore. Le principali specie che si possono avvistare al largo di New York City sono la megattera ( humpback whale in inglese) e la balenottera comune ( fin whale in inglese). Più rare sono la balenottera minore ( Minke whale in inglese), la balena franca nordatlantica ( north atlantic right whale in inglese) e il capodoglio ( sperm whale in inglese).

Solitamente, le più scenografiche da avvistare sono le megattere : sebbene abbiano una stazza inferiore rispetto alle altre, sono famose per le loro acrobazie. Sono loro, infatti, quelle che siamo abituati a vedere nelle foto in cui saltano fuori dall’acqua regalando gioie ai fotografi. Sono ben distinguibili grazie alle lunghe pinne che le differenziano dalle altre specie e dal loro sbattere la coda sull’acqua durante le immersioni.

Fortunatamente, non è così raro trovarle al largo della Grande Mela , pertanto se partecipi a un tour di whale watching, avrai discrete opportunità di vederne una. Le altre specie di balena , invece, è più facile vederle con il dorso che fuoriesce dall’acqua, mentre emergono per respirare, ma più difficilmente compiono salti fuori dall’acqua.

Oltre alle grandi e maestose balene, poco distante dalla costa newyorkese c’è la possibilità di avvistare anche un discreto numero di cetacei più piccoli. Fra i più diffusi ci sono i delfini, in particolare i delfini comuni e i tursiopi : i primi conosciuti per i loro salti acrobatici, i secondi per essere fra i più intelligenti e quelli che più di tutti interagiscono con le barche. Altri piccoli cetacei che sono presenti in queste acque, ma molto più difficili da avvistare, sono la focena, lo zifio di Cuvier e il globicefalo (detto anche balena pilota).

Prima di prenotare un tour di whale watching, dovresti sapere quali specie si possono avvistare vicino a New York nel periodo in cui ti troverai da quelle parti. In generale, l’estate è la stagione migliore per vedere le balene al largo di New York City, ma i periodi esatti variano da specie a specie.

  • Megattere : le più scenografiche fra le balene migrano lungo la costa atlantica degli Stati Uniti in estate. Si possono avvistare nei pressi di New York da maggio a novembre.
  • Balenottere comuni : le seconde balene più grandi al mondo, superate solo dalle balenottere azzurre in quanto a stazza, si possono vedere in questi mari da maggio a ottobre.
  • Balenottere minori : le cosiddette balene di Minke, simili alle precedenti ma decisamente più piccole, sono più schive ed è più difficile avvistarle. Il vantaggio però è che sono presenti tutto l’anno, sebbene sia più facile trovarle vicino alla costa in estate ed autunno rispetto ad inverno e primavera.
  • Balene franche nordatlantiche : queste balene sono molto più rare delle altre ed è anche più difficile avvistarle. Le stagioni migliori sono la primavera e l’autunno.
  • Capodogli : non è facile avvistare questi cetacei, perché rispetto agli altri si immergono a grande profondità e per tempi molto prolungati (possono stare sott’acqua anche per un’ora e mezza). I periodi migliori per vedere i loro potenti soffi quando emergono in superficie, sono la primavera e l’autunno, quando migrano fra le zone di riproduzione e quelle di alimentazione.
  • Delfini : i simpatici tursiopi si possono vedere praticamente tutto l’anno al largo di New York, mentre i delfini comuni sono più facili da avvistare in estate, quando le acque sono più calde.

Whale watching a New York: i principali tour

Mappa dei punti di partenza dei tour di Whale Watching a New York

Da New York partono alcuni tour per avvistare le balene. Di seguito vado a sintetizzare i 3 principali che si possono trovare in vendita.

Balene a New York - Tour whale watching Event Cruises

Da Manhattan partono i tour della compagnia Event Cruises , che opera solitamente tutte le domeniche da fine aprile a inizio novembre . Questo tour dura un po’ di più rispetto agli altri (che vedremo dopo): circa 4 ore e mezza , con partenza alle 9 del mattino dal Molo 40 , che affaccia sull’Hudson River.

Il costo è di 95 $ per gli adulti e 55 $ per i bambini da 4 a 12 anni, ma acquistando i biglietti in anticipo su questo sito si possono trovare a prezzo scontato. Solitamente gli sconti sono di circa 10 $ sui biglietti per gli adulti (ma arrivano anche a 15 $) e circa 5 $ sui biglietti per bambini.

Dal 28 aprile al 3 novembre (domenica)

Partenza alle 9, rientro alle 13:30 (totale 4:30 ore)

95 $ adulti, 55 $ bambini (da 4 a 12 anni), gratis bambini fino a 3 anni (prezzi più bassi online)

Partenza dal Pier 40 a Manhattan

Biglietti per il Whale Watching di Event Cruises

Balene a New York - Tour whale watching Seastreak

La compagnia Seastreack offre tour di whale watching che partono sia da New York City, sia da Highlands in New Jersey . Per questa seconda opzione, trovi le informazioni qui , mentre di seguito vediamo nel dettaglio come funziona il tour che parte dalla città.

I tour si tengono nella stagione estiva, dal 25 maggio al 21 settembre , e partono solitamente ogni giovedì, sabato e domenica ( qui le date aggiornate per l’anno in corso). Questo tour parte dal Molo 11 alle ore 10:30 e rientra alle 13:30. Ha quindi una durata totale di 3 ore . Il biglietto costa 59 $ per gli adulti, con sconti per bambini e senior: può essere acquistato direttamente sul sito ufficiale .

Dal 25 maggio al 21 settembre (giovedì, sabato e domenica)

Partenza alle 10:30, rientro alle 13:30 (totale 3 ore)

59 $ adulti, 55 $ senior (da 65 anni), 34 $ bambini (fino a 12 anni)

Partenza dal Pier 11 a Manhattan

Acquista biglietti

Balene a New York - Tour whale watching American Princess Cruises

La compagnia American Princess Cruises è probabilmente la più famosa fra quelle che propongono i tour di avvistamento delle balene a New York, ma bisogna uscire da Manhattan per imbarcarsi. I tour partono infatti dalla costa di Brooklyn , precisamente dal Pier 3 a Sheepshead Bay , e hanno una durata di circa 3 ore e mezza .

I tour vengono solitamente effettuati da metà aprile a metà novembre e quasi sempre partono a mezzogiorno, ma talvolta sono fissati in orari diversi. A seconda del mese, vengono effettuati in giorni diversi della settimana: gli orari aggiornati possono essere consultati a questa pagina . Anche i biglietti si possono acquistare direttamente sul sito ufficiale e costano 65 $ per gli adulti, 60 $ per i maggiori di 62 anni e 45 $ per i bambini fra 4 e 12 anni.

Dal 20 aprile al 11 novembre (giorni della settimana variabili)

Partenza alle 12, rientro alle 15:30 (totale 3:30 ore) (Alcuni giorni sono disponibili anche altri orari)

65 $ adulti, 60 $ senior (da 62 anni), 45 $ bambini (da 5 a 12 anni), gratis bambini fino a 4 anni

Partenza dal Pier 3 a Brooklyn

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Andrea Cuminatto

Giornalista e viaggiatore. Parlo spagnolo, inglese e sto imparando il russo. Più che vedere i luoghi, amo conoscere chi li abita.

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